A cura di Giuseppe Bonfanti

Aldo Moro raccontato dai ragazzi in una mostra

Aldo Moro: un uomo, un insegnate e un sognatore … è il titolo della mostra (dal 3 al 17 novembre) organizzata presso la scuola Aldo Moro di via Corso Roma a Seriate per rendere omaggio al grande leader politico e ai cinque uomini della sua scorta, vittime di un attacco  delle Brigate Rosse, una mattina di 40 anni fa(16 marzo 1978 alle 9.04), in via Fani a Roma. In pochi secondi vengono sparati più di 80 colpi che lasciano senza vita i carabinieri Leonardi e Ricci e gli agenti di Polizia Iozzino, Rivera e Zizzi. L’on. Aldo Moro viene sequestrato e, dopo 55 giorni (9 maggio 1978, alle 13.30), in una vettura Renault 4 color amaranto parcheggiata in via Caetani, a Roma, su segnalazione di una telefonata anonima, viene scoperto il suo corpo, vestito di blu e un cappotto grigio scuro, ripiegato e avvolto in una coperta rossa. Aveva undici colpi sparati al cuore.

Per Anna e Valentina, la cui opera in acrilico è posta all’ingresso della mostra, questo ricordo si concretizza in un cartellone con  in alto il titolo a grandi caratteri, in basso il ritratto dello statista con la sua inconfondibile mèche naturale e l’auto rossa dell’evento drammatico. Come sfondo, delle mani color sangue, il significato sottolinea che il suo pensiero, la sua cultura, va oltre ciò che è avvenuto.

≪Ci ha lasciato  molte frasi – ci dice Valentina –  citazioni che sono insegnamenti di vita. Personalmente mi ha colpito il fatto che, anche se era consapevole che l’avrebbero ucciso, ha continuato ad essere una persona serena e convinta, non si è lasciato abbattere dalle Brigate Rosse≫. Sull’infaticabile mediatore di trattative interpartitiche, Anna spende qualche parola: ≪voleva tenere unita l’Italia, tramite il compromesso storico con il PCI ha cercato di unire i politici.  Aveva idee innovative nonostante le difficoltà in periodo di guerra fredda≫. Anna e Valentina concordano sul fatto che ≪Aldo Moro faceva una politica non urlata, più civile. Molti politici pensano che solo la loro idea sia quella giusta e non accettano il confronto. Aldo Moro invece sì, sapeva ascoltare≫.

≪Aldo Moro – spiega la prof.ssa Milesi, introducendo l’inaugurazione della mostra (sabato 3 novembre) – è anche … un sognatore≫, perché il filo conduttore per l’Aldo Moro di Seriate, in  questo anno scolastico è la Luna, sia perché ricorrono i  50 anni dall’Apollo 11 e sia come metafora di desiderio/progetto per i ragazzi di terza media che cominciano a pensare al loro futuro e orientamento. Non mancano alla mostra i contributi della scuola Primaria anche perché Aldo Moro si era speso molto a difesa dei diritti civili e dell’infanzia stessa.  È, insomma, un ≪Moro colorato≫, oltre che visto sotto vari aspetti della sua vita e del suo pensiero, perché la mostra si compone di vari cartelloni, opere e  dipinti  che, come indica il prof. Minotti, riprendono ≪la pop-art, una tendenza artistica molto in voga negli anni ’70-’80 e riscoperta ultimamente≫.  La prova che si tratti di una mostra dinamica la si trova anche tra le pagine di Passaparola, una rivista redatta dai ragazzi della 3ªD nello stile di quegli anni e, in tempi d’oro di filmmaker e youtuber, pure da un video preparato dalla 3ªB.

Tommaso entra nei particolari della rivista Passaparola e ci racconta il desiderio suo e dei suoi compagni di classe di indagare e ricordare il sogno di Aldo Moro, cioè quello di ≪trovare un accordo politico tra partiti diversi≫ e attraverso la visione del film Il Professore

≪ci siamo resi conto – continua Tommaso – che Moro non era soltanto un politico ma anche un professore straordinario […].  Mi è piaciuto lo spunto che lui credesse veramente nei giovani, quindi pensava che la politica dovesse rispecchiare i loro bisogni perché sarebbero stati loro a scrivere il futuro. In politica non sfruttava il potere per sé, bensì lo usava per creare opportunità a favore dei giovani≫.

I contenuti delle opere sono molteplici e frutto di approfondimenti, così alcuni rappresentanti delle classi terze si sono prestati a darne una lettura storica e interpretativa. La classe 3ªA ha raccontato ai visitatori come hanno trasformato i primi piani di Aldo Moro in ritratti con la tempera e prendendo spunto dalla tecnica pittorica di Andy Warhol con a seguito frasi e commenti.  La 3ªB ha presentato, su alcuni cartelloni, una ricerca sulle attività di Aldo Moro per la società e in Parlamento fino alla prigionia, le sue lettere e la prigione del popolo. Simbolicamente ≪dalla finestra con le sbarre entra un alito di vento che fa cadere le lettere che l’on. Moro sta scrivendo e fa staccare una pagina del calendario≫. Si è passati poi su un altro cartellone che rappresentava la parte finale della prigionia di Moro: ≪su ogni cifra della data della sua morte ci sono delle candeline che si spengono; il telefono utilizzato dai rapitori al posto dei numeri riporta la scritta S.O.S. con il cavo del filo tagliato≫. Infine, sul terzo cartellone campeggia la frase ≪tutti gli uomini sono stati creati uguali≫ e ci sono pure disegnate le bandiere, simbolo di fanatismo.  Un cartellone con a tema il trattato di pace tra Moro e Berlinguer e un altro sulle Brigate Nere è della 3ªD. Su cartoncini appesi, le citazioni di Aldo Moro sono state preparate invece della 3ªE.

Al termine delle presentazioni dei ragazzi è intervenuta Beatrice Ambrosini, volontaria che segue le classi con progetti, percorsi e laboratori sui diritti, per rievocare a genitori e ragazzi che il 9 maggio del 1978 in cui fu ritrovato il corpo di Aldo Moro perse la vita Peppino Impastato. Due vicende per molti aspetti legati fra loro anche se l’una è per terrorismo e l’altra per mafia.

Nel ringraziare per l’enorme impegno studenti e docenti, la preside Dott.ssa Lucia Perri ha ricordato che ≪quello che per i nostri ragazzi era solo un nome è divenuto motivo di riflessione molto profonda e interdisciplinare≫ e, citando il presidente Mattarella, ha sottolineato la ≪straordinaria modernità≫ di Aldo Moro e la sua sensibilità contro l’imbarbarimento. ≪E la sfida – ha aggiunto la preside Perri – di questa scuola è quella di riproporre gli ideali di cui hanno parlato i ragazzi: di condivisione, di cittadinanza, di crescita rispettosa. Howard Gardner (psicologo americano) in un suo libro parla di intelligenza rispettosa. Forse fra tutte le intelligenze noi dobbiamo promuovere nei nostri ragazzi proprio questa intelligenza rispettosa … del dialogo, degli altri e di se stessi. Questo è il messaggio più bello che ancora oggi Aldo Moro ci propone≫.