Mercoledì 15 marzo abbiamo avuto la grande occasione di incontrare Giuseppe Festa, autore di tre romanzi per ragazzi: “Il passaggio dell’Orso”, “L’ombra del Gattopardo” e “La luna è dei Lupi”. Quest’ultimo è il romanzo più recente dell’autore che, io e i miei compagni, abbiamo letto tutti insieme in preparazione di questo evento.

Alle ore nove ci siamo recati in palestrina dove abbiamo incontrato l’autore, Giuseppe Festa, Giorgio Personelli, responsabile della libreria “Terzo Mondo”, che ci aveva preparato in precedenza a questo incontro, e un’altra classe, la terza C.

L’autore, dopo essersi presentato, non ha voluto iniziare dalla trama o dal commento de “La Luna è dei Lupi”, per non rovinare i momenti di suspence e le diverse sorprese che contiene il suo libro, bensì è voluto partire con la spiegazione di come e quando è nata la sua passione per i lupi. Nell’estate di qualche anno fa aveva deciso di passare un fine settimana sui Monti Sibillini, luogo in cui, in seguito, ha ambientato il suo romanzo, e dei quali abbiamo sentito parlare molto spesso in questo periodo, dato che si trovano a ridosso di Accumuli e Amatrice, epicentri dei recenti terremoti. Festa aveva scelto quella meta perché ne aveva sentito parlare bene da diverse persone e aveva prenotato, quindi, un bed and breakfast.

Il giorno della partenza, mentre Festa stava caricando in auto i bagagli, aveva ricevuto una telefonata da parte di un suo caro amico, noto scrittore per ragazzi, Pier Domenico Baccalario, che gli aveva consigliato di andare ad acquistare un quotidiano, “La Stampa”, sul quale era stato pubblicato un articolo molto interessante, riguardante i lupi. Baccalario aveva avvisato Giuseppe, dal momento che conosceva la sua passione per gli animali selvatici. Infatti, Festa, aveva già scritto “Il passaggio dell’Orso” e “L’ombra del Gattopardo”.

L’autore si era precipitato all’edicola più vicina a casa sua ma, dal momento che questa era chiusa, si era ripromesso che avrebbe acquistato il giornale non appena raggiunta la sua meta.

Arrivato nelle Marche ormai nel tardo pomeriggio, lo scrittore si era completamente dimenticato dell’articolo di giornale ed era entrato nel piccolo bed and breakfast. Qui, era stato accolto dalla proprietaria, Stefania Servili, in una stanza all’interno della quale erano appese diverse fotografie di paesaggi naturali e di animali. Tra questi ultimi, l’autore aveva scorto subito dei lupi, ricordandosi ormai troppo tardi dell’articolo consigliatogli e riempiendo, contemporaneamente, la proprietaria di domande riguardo i vari animali selvatici ritratti nelle fotografie, soprattutto riguardo i lupi. Stefania Servili aveva deciso, quindi, di far parlare Giuseppe con suo marito Massimo, esperto nel campo.

L’autore, chiacchierando con il signor Dell’Orso, cognome parecchio particolare per un esperto di lupi, aveva scoperto che era stato proprio lui a scrivere l’articolo di giornale che non era riuscito a comprare.

Molto meglio parlare con Massimo dal vivo piuttosto che leggere un suo discorso su un quotidiano! Dopo quella fantastica coincidenza Festa aveva capito che i lupi sarebbero dovuti entrare a far parte della sua vita.

La sera stessa, lui e Massimo si erano recati in un bosco sui Monti Sibillini per un’esperienza di “wolf howling”. Il “wolf howling” è un’attività che si pratica nelle ore notturne; si lancia un ululato registrato, uguale, predefinito per tutti i ricercatori e si aspetta la risposta dei lupi. Ciò serve per scoprire la posizione della loro tana, chiamata “rendez-vous”, e per registrare il numero medio di cuccioli per branco. Infatti sono sempre i lupetti a rispondere a questi richiami: per loro è un gioco irresistibile, ma se con i cuccioli sono presenti i lupi adulti, questi ultimi non permettono ai piccoli di rispondere per non rivelare la propria posizione al nemico. Se però i lupacchiotti si trovano da soli… non resistono e rispondono. Grazie ad apparecchi particolari si possano individuare le singole “voci” dei cuccioli e risalire al loro numero.

Quella notte Massimo aveva lanciato un ululato che aveva riempito l’intera vallata del bosco in cui i due si trovavano. Giuseppe era emozionatissimo e altrettanto impaurito perché, dopo aver sentito dei lupetti rispondere, Massimo aveva anche sentito dei passi. L’esperto aveva spiegato all’autore che probabilmente erano dei lupi che verificavano se il loro territorio era stato invaso da lupi avversari, ma che, appena avevano visto degli umani erano scappati via. Infatti questi animali temono l’uomo: attaccano solo se vengono provocati o aggrediti a loro volta.

Giuseppe era rimasto ammaliato da quest’esperienza e, terminato il suo soggiorno sui Monti Sibillini, aveva ringraziato Stefania e soprattutto Massimo, dal momento che il suo primo incontro con i lupi era stato fondamentale per fargli cambiare idea. Infatti, l’autore, come tutti noi, aveva dei pregiudizi negativi riguardo ai lupi, derivanti anche dalle favole che vengono raccontate a tutti i bambini (come ad esempio Cappuccetto Rosso), che in quei giorni erano svaniti completamente. Ancora oggi l’autore mantiene contatti con Massimo Dell’Orso. Dopo il racconto di questa esperienza mi è subito balzato alla mente un passo del romanzo “La luna è dei Lupi”. Nel libro, Lorenzo è un esperto di lupi e con lui deve lavorare per un breve periodo Greta, una ragazza che inizialmente ha molta paura di questi animali, ma che con il tempo vi prende confidenza e riesce a salvare anche una lupa.

Secondo me, Giuseppe Festa si è voluto paragonare a Greta: infatti, all’inizio, come la ragazza, anche lui temeva i lupi, ma dopo una magnifica esperienza con un esperto, è riuscito ad appassionarsi a questi animali, a seguirli nei boschi e a scrivere perfino un romanzo riguardante i lupi.

In seguito, l’autore ci ha spiegato che l’insieme dei diversi ululati costituisce una musica; infatti a partire dalla frequenza del primo ululato, tutti gli altri lupi ululano seguendo frequenze multiple o sottomultiple. Giuseppe ci ha fatto anche ascoltare degli ululati di lupi degli Appennini, che gli erano stati forniti da Massimo, facendoci notare le “voci” acute dei cuccioli.

Esplorando alcuni rendez-vous abbandonati, Giuseppe ha scoperto, inoltre, che i lupi portano ai propri cuccioli dei “giocattoli”. Noi potremmo immaginare bastoncini, pigne e pezzi di tronco, ma in realtà i lupetti giocano con oggetti lasciati nei boschi dagli uomini, come ad esempio, lattine, palloni da calcio e pneumatici. L’autore ci ha mostrato una lattina bucata e schiacciata che gli era stata regalata da Massimo. Festa ci ha spiegato che lattine come quella vengono utilizzate dai lupi per aguzzare i denti!

Inoltre l’autore ci ha raccontato le storie di due lupi: Achille e Merlino. Al primo era rimasta chiusa una zampa in una trappola di un bracconiere. La ferita era guarita abbastanza in fretta ma il problema era l’osso: infatti la lama della trappola aveva spezzato l’osso della zampa del lupo, che con il tempo si era saldato molto male, portandolo così a zoppicare. Achille era diventato troppo lento e non riusciva più a cacciare. Fortunatamente ha trovato un branco molto affettuoso, formato solo da altri due lupi, che l’ha accolto. Giuseppe ci ha mostrato anche delle riprese del piccolo branco di Achille.

Merlino, invece, il secondo lupo, era stato trovato in un bosco dei Monti Sibillini a soli due mesi di vita, colpito dalla malattia della rogna, che non gli aveva permesso di crescere e gli aveva fatto perdere il pelo. Merlino è stato curato da veterinari esperti del Parco dei Sibillini e oggi vive in semi-cattività. Tra poche settimane una lupa di nome Mafalda, colpita come lui in passato da una malattia, verrà inserita nel territorio di Merlino e i ricercatori sperano che i lupi possano avere dei cuccioli. Verso la fine dell’incontro Giuseppe ci ha cantato e suonato con la chitarra una canzone molto bella, scritta da lui, narrata in prima persona da un lupo, per questo motivo mi è piaciuta molto, dal momento che l’autore è anche un cantautore del gruppo “Lingalad”.

Inoltre Giuseppe ci ha raccontato di essere riuscito a scacciare, battendo un mestolo contro una padella, un orso scappato da un bosco, durante un campo estivo di ricerca. Nessuno gli aveva creduto, tranne la madre, la quale gli aveva ricordato che da piccolo il suo orsetto preferito lo aveva chiamato Padella. Un’altra coincidenza particolare come quella dell’articolo di giornale!

L’autore ci ha anche spiegato che, quando era stato contattato dalla casa editrice “Salani”, che lo informava della pubblicazione de “La luna è dei lupi”, lui stava innaffiando il suo orto. Aveva mollato immediatamente la pompa dell’acqua ed era entrato in casa per avvertire sua moglie e per telefonare a tutti i parenti. Il giorno seguente, quando Festa stava uscendo di casa, si era ritrovato una “risaia” in giardino, come l’ha definita da lui stesso, dal momento che si era dimenticato di chiudere la pompa dell’acqua.

Alla fine l’autore ci ha autografato i libri: io li avevo comprati tutti e tre per questa meravigliosa occasione!

Questo incontro mi è piaciuto perché ho avuto la possibilità di acquisire nozioni interessanti a proposito dei lupi, ma soprattutto perché ho potuto incontrare uno scrittore di cui ho amato molto il primo libro, tanto che proprio adesso ne sto leggendo un altro, altrettanto coinvolgente e appassionante. Inoltre, sotto gli autografi di Giuseppe Festa, quando sono arrivata a casa, ho segnato la data e il luogo dell’incontro, cosicché quando sarò grande e riaprirò uno dei suoi libri, potrò riassaporare con piacere questa magnifica esperienza.

F.R. (IIID)

Mercoledì 15 Marzo 2017 le classi terze dell’Istituto Comprensivo “Aldo Moro” hanno tenuto un incontro con l’autore del libro “La Luna è dei lupi”, Giuseppe Festa. Dedicandoci il suo tempo, Festa ha voluto mostrarci la sua passione in campo naturalistico, specialmente rivolta ai lupi, cercando di approfondire meglio i concetti trattati nel libro, rispondendo alle nostre domande e chiarendo gli argomenti presenti nel libro.

In circa due ore, Giuseppe ci ha fatto osservare dei particolari comportamenti dei lupi, come il metodo di caccia, la gerarchia del branco e le cause dell’emarginazione da esso. Innanzitutto, ci ha parlato di sé, di come sia riuscito a raggiungere il proprio obiettivo e in che modo ha avuto la possibilità di diventare ciò che è oggi. Ci ha mostrato dei video in cui egli viene ripreso mentre, essendo ancora alle “prime armi”, incomincia conoscere l’ambiente selvaggio dei lupi. Ci ha raccontato di come abbia affrontato le sue paure e le sue emozioni contrastanti nell’incontro con questi animali. Per una migliore comprensione da parte nostra, Giuseppe ci ha mostrato un altro breve video in cui vengono svelate le falsità dei miti che da dieci anni si ripetono intorno ai lupi, come il fatto che siano un pericolo per l’uomo, nonostante in ben due anni non ci siano mai state aggressioni.

Ciò che ha colpito e interessato maggiormente noi alunni è stata la storia di Achille, un lupo rimasto invalido a causa di una trappola per cinghiali in cui cadde accidentalmente. Qual è la particolarità di questa storia? Achille ha trovato il supporto di due lupi, che a tutt’oggi sono al suo fianco. Essi cacciano per lui, lo difendono e se ne prendono cura. Questa è la prova che spesso il numero non fa la differenza, perché nonostante i pochi componenti, si può formare un branco con basi solide, dove prevalgono i valori di altruismo, solidarietà e unione; valori tra l’altro trattati nel libro e, come spiegato da Giuseppe Festa, il principale intento dal racconto era quello di trasmettere questi ideali. Anche l’ululato registrato dall’amico dello scrittore, ha coinvolto molto tutti gli alunni, in quanto le diversità dal canto che siamo soliti ascoltare nei documentari televisivi sono parecchio percepibili.

Nel complesso l’incontro è stato utile ed interessante, certamente si potrebbero riproporre attività di questo genere nei prossimi anni. Giuseppe Festa, parlando di sé, è riuscito a trasmettere emozioni e, grazie alla sua storia, ci ha regalato anche un’energia in più per credere nei nostri obiettivi, nel raggiungimento di essi, nonostante i sacrifici e le difficoltà che potrebbero ostacolare il nostro cammino. Per concludere, il vero messaggio dell’incontro è stato: la cultura, l’immaginazione e l’istruzione sono pregi che rendono libere le persone, perciò è bene cercare di continuare a leggere ed istruirsi, anche se al momento ci potrebbe sembrare poco importante. Ricordiamoci che le nostre attuali azioni determineranno il nostro avvenire e condizioneranno la persona che saremo in futuro!

G.P. (IIIB)

Mercoledì 15 marzo 2017, la classe terza A insieme alle altre classi terze della scuola “Aldo Moro”, ha incontrato nella “palestrina” Giuseppe Festa, autore di libri a tema naturalistico, come “Il passaggio del Orso”, “L’Ombra del gattopardo” e “La luna è dei Lupi”, e cantante della band “Lingaland” nata per parlare dell’ambiente. L’abbiamo incontrato per discutere dei suoi libri, in particolare dell’ultimo, ma soprattutto delle sue grandi passioni: la natura ed i lupi.

Ci ha parlato delle meravigliose riserve naturali in cui è stato, delle sue avventure, dei suoi “incappi” con animali selvatici, delle persone che ha conosciuto e che l’hanno aiutato ad esplorare il mondo selvaggio che è intorno a noi e che spesso ignoriamo insieme a coloro che lo abitano. Gli obiettivi di questo progetto erano: conoscere l’autore di un testo per ragazzi e adulti, conoscere le abitudini degli animali selvatici come il lupo e l’orso, conoscere e rispettare l’ambiente, intervistare un autore, preparando domande pertinenti, dopo avere letto ed analizzato i suoi testi.

Prima del 15 marzo, per prepararci all’evento abbiamo incontrato Giorgio Personelli (della libreria Terzo Mondo di Seriate)  che ci ha parlato brevemente dell’autore e del libro “La luna è dei lupi”, leggendoci anche qualche vicenda. In seguito ci siamo suddivisi in quattro gruppi, tre per analizzare i suoi libri e l’ultimo per conoscere in modo più dettagliato la sua vita. Il mio gruppo ha letto il libro “Il passaggio dell’Orso” e poi abbiamo formulato delle domande da porre all’autore. I quesiti di tutti i gruppi li abbiamo spediti via e-mail a Festa e l’autore ha replicato dicendoci che avrebbe cercato di risponderci durante l’incontro e, se così non fosse avvenuto, ci avrebbe nuovamente scritto.

Arrivato il 15 marzo, eravamo pronti per incontrare l’autore, ero molto contenta perché ero curiosa delle risposte che ci avrebbe dato. Giuseppe Festa tramite il proiettore ci ha illustrato e spiegato foto, immagini e video. Ha iniziato a parlarci della sua prima avventura con i lupi (quella che lo portò a scrivere il libro); era riuscito a sentirli grazie all’aiuto di un esperto che tramite degli ululati artificiali, li ha avvicinati e loro hanno risposto con un altro ululato. Per darci l’idea dell’ululato ce ne ha fatto ascoltare uno, che era di un branco dei Monti Sibillini: era forte ed era composto da più voci, sembrava un coro, sentirlo mi ha fatto venire i brividi. L’incontro è continuato con due esperienze vissute da due lupi, Merlino e Achille. Il primo è un lupo cresciuto in cattività perché da piccolo è stato escluso dal gruppo per via di una malattia, ci ha raccontato Festa; mentre l’altro a causa di bracconieri ha perso l’utilizzo della zampa anteriore, ma nonostante questo il suo branco non l’ha abbandonato. Festa con questi esempi ci ha voluto far capire che i lupi sono animali che collaborano tra di loro e che sono simili a noi perché il branco è come una “società” dove ogni elemento ha un compito ben preciso da svolgere per la sopravvivenza del gruppo. Festa ci ha anche portato una lattina rosicchiata da dei lupacchiotti e ci ha detto che per loro è come un giocattolo, questo mi ha fatto sorridere. Verso la fine dell’incontro ci ha suonato e cantato un brano scritto da lui e dalla sua Band, il tema di questa melodia era quello della fuga di una animale selvaggio, che scappa dall’uomo. Quando mancavano cinque minuti, finalmente abbiamo potuto fargli le domande prima preparate.

Dopo il 15 marzo avevamo programmato di fare una relazione sul progetto e la migliore sarebbe stata messa sul sito della scuola. Alla nostra classe rimarranno le risposte dell’autore. Di questo progetto mi ricorderò le spiegazioni di Festa che oltre a parlarci del suo libro ci ha “fatto” una specie di lezioni sui lupi e sulla natura e su come rispettare il mondo selvaggio che ci circonda. Per molti probabilmente “ha cambiato” l’immagine del lupo: da animale aggressivo ed a volte definito “assassino” ad animale abile a collaborare e devoto alla famiglia.

L.O. (IIIA)

Il giorno mercoledì 15 marzo 2017, la 3A e le altre classi terze della scuola si sono recate, abbinate due a due, in palestrina per incontrare Giuseppe Festa, autore de “Il passaggio dell’orso”, “L’ombra del gattopardo” e “La luna è dei lupi”. Durante questo incontro con l’autore abbiamo potuto parlare dei suoi libri: ci ha spiegato come li ha scritti, come ha scelto i nomi dei personaggi, come gli è venuta l’ispirazione… Ha insistito molto sul libro “La Luna è dei lupi” e sulle esperienze che ha vissuto, da cui ha tratto l’ispirazione per scriverlo.

Ma in questo incontro Festa ha preferito soprattutto raccontarci la sua esperienza con i lupi e in particolare ha dedicato molto tempo a spiegarci cosa, quando, come e con chi ha avvistato per la prima volta dei lupi.

E’ stato molto intessante ma soprattutto realistico, infatti, grazie a immagini e suoni registrati, è riuscito a farci immaginare e a ricreare nella nostra mente la scena di quell’incontro. Ci ha spiegato e raccontato che cosa ha visto nel “Parco nazionale d’Abruzzo”, cosa ha  ritrovato, e ci ha addirittura mostrato alcuni di quegli oggetti.

Ci ha poi cantato una canzone che rappresenta un po’ il suo rapporto con i lupi e con la natura.

Per questo evento, quasi tutti noi ci siamo dati da fare, ci siamo rimboccati le maniche e divisi in gruppi, ognuno dei quali doveva leggere uno dei libri di Festa e formulare delle domande relative ad esso.

Inoltre un gruppo si è dedicato alla scoperta della sua vita, delle sue esperienze ecc…

Alcuni degli obbiettivi di questo progetto scolastico erano: conoscere un autore di libri per ragazzi, intervistare un autore ponendogli domande e/o riflessioni relative ai suoi libri, conoscere meglio un animale (in questo caso il lupo), interessarci alla natura e alle sue trasformazioni.

Durante questo progetto siamo stati quasi tutti molto coinvolti, quindi eravamo spesso e volentieri molto attenti in quanto nella nostra mente riuscivamo a immaginarci le scene che lui raccontava.

Purtroppo ogni tanto, tra un argomento e l’altro, c’era un po’ di chiacchiericcio, ma abbastanza gestibile per fortuna.

Questa esperienza è stata utile, non solo in senso educativo e informativo, ma è stata anche molto divertente, grazie a battutine e barzellette che Giuseppe Festa integrava nei suoi racconti.

Di questo incontro mi rimarrà sempre impressa la passione che Giuseppe Festa aveva (e tuttora ha) nei confronti dei lupi. Inoltre ricorderò per sempre di avere avuto l’opportunità di intervistare un importante autore.

Questo incontro mi è piaciuto molto e spero che la scuola ne organizzerà altri del genere.

S.M. (IIIA)